I pilastri Atotus
Quando abbiamo cominciato a pensare a questo progetto una delle prime cose che ci siamo detti è: dobbiamo avere dei punti fermi da cui partire, non vogliamo fare confusione, né agli altri né a noi stessi.
Da qui siamo partiti con definire gli elementi che dovevano essere sempre presenti nella realizzazione di questa avventura. Premettiamo che non siamo integralisti ma diamo però importanza ai nostri valori e a ciò in cui crediamo. Li spoileriamo subito e qui sotto ve li raccontiamo a uno a uno: Moda sostenibile, Economia circolare, Made in Italy, Territorio.

Moda sostenibile
Troverete tante definizioni di moda sostenibile.
Per sintetizzare la moda sostenibile è quel filone di azioni e obiettivi che puntano a creare un’armonia a livello ecologico ed etico nel mondo del tessile e dell’abbigliamento.
Partendo dal presupposto che gli aspetti etici e sociali per noi sono fondamentali andiamo più sul lato ecologico e dei materiali per capire come ci posizioniamo.
Il mondo della sostenibilità si divide in tanti filoni e approcci, dal biologico al cruelty free fino all’equo e solidale. Poi c’è il mondo del riciclo, in senso lato, che si divide fondamentalmente in due filoni: riuso e rigenerato. Mentre nel riuso un capo di abbigliamento viene rivenduto così com’è e riprende vita semplicemente passando a un’altra persona, nel rigenerato quello stesso capo o anche quelli messi peggio vengono sfilacciati per creare nuovo filato che diventerà poi un capo nuovo a tutti gli effetti. Ecco, è questo il mondo sul quale ci concentriamo; un mondo ancora relativamente giovane, tutto in divenire, al quale vogliamo contribuire.
Economia circolare
Il secondo pilastro è legato a doppio filo (notare il gioco di parole molto sottile) al primo e nello specifico al focus sul rigenerato.
Quando si parla di economia circolare, infatti, ci sono tante definizioni e processi che si avvicinano tanto ma, in un modo o nell’altro, saltano qualche piccolo tassello. Perfino nel mondo del riusato non tutti trovano un ruolo all’interno del circolo.
Economia circolare vuol dire invece creare un circuito che non escluda nessuno degli attori di una filiera.
Per questo abbiamo coinvolto tutti: filatori, tessitori, produttori, commercianti (noi) e i Tippers (voi).
E anche per questo abbiamo voluto creare una moneta che fungesse sia da misuratore di questa nostra economia circolare, sia da valuta di scambio tra tutti gli attori.

Pensiamo che essere l’inizio e la fine di un circuito, essere protagonisti, sia l’unico modo per sentirsi parte attiva di qualcosa e non solo un mezzo.
Made in Italy
Questo è un altro dei pilastri di Atotus. Anche qui le interpretazioni sono tante e variegate. Partiamo quindi direttamente da quello che intendiamo noi per Made in Italy.
L’Italia è senza dubbio la patria della moda, intesa come stile tendenze; i grandi stilisti sono tutti italiani (si vabbè ci sono anche i Francesi, ma questa è un’altra storia).
Quindi il primo aspetto del Made in Italy che vogliamo portare avanti e' lo stile, il design, la vena artistica dei nostri talenti che vogliamo valorizzare.
Made in Italy vuol dire anche “fatto in Italia” e qui si aprono tutta una serie di dispute e questioni che noi all’inizio abbiamo taciuto specificando che non siamo integralisti. Questo non vuol dire che possiamo chiamare Made in Italy qualsiasi cosa che sia solo passata per il nostro paese, ma vuol direi dare valore agli artigiani italiani, alla produzione nostrana, e a chi si pone questo obiettivo futuro, pur sottostando ad alcune regole economiche che rendono l’obiettivo percorribile, ma insieme e nel tempo.
Territorio
L’ultimo pilastro, diverso dal Made in Italy, è più legato al territorio inteso come il posto nel quale nasce e vive il negozio fisico Atotus.
Siamo convintissimi che per apprezzare un capo di abbigliamento e sceglierlo con consapevolezza il “touch & feel” sia ancora e sempre di più fondamentale per i nostri Tippers per cui il negozio sarà sempre il primo canale di vendita per noi.
Territorio vuol dire anche le persone che vivono attorno al negozio, le attività commerciali limitrofe, i vicinati, le città. Vogliamo sentirci parte dei posti in cui ci troviamo, e insieme alle persone che li abitano possiamo fare tanto per raggiungere degli obiettivi comuni.