Ogni anno, la Giornata mondiale della diversità culturale, celebrata il 21 maggio, ci invita a riflettere su quanto la varietà sia una ricchezza per le nostre società. Un’occasione preziosa anche per il mondo del fashion, che negli ultimi anni ha iniziato – lentamente ma con decisione – a riscrivere le proprie regole in nome di una moda inclusiva.
Ma cosa significa davvero parlare di moda inclusiva? È solo una questione di taglie? Di modelli e modelle più diversi? O è qualcosa di più profondo, che tocca i valori, le persone e le scelte quotidiane di chi produce e di chi acquista?
Scopriamolo insieme.
Oltre le passerelle: l’inclusività come visione
Per molto tempo la moda ha promosso un ideale estetico uniforme: corpi magri, giovani, abili, e spesso lontani dalla realtà della maggior parte delle persone. Questo modello ha generato frustrazione, esclusione e una distanza sempre più marcata tra ciò che si vede nelle campagne pubblicitarie e ciò che si vive nella vita di tutti i giorni.
Oggi, però, qualcosa sta cambiando. Parlare di moda inclusiva significa rompere quel paradigma e dare spazio a una narrazione più ampia e autentica, dove tutte le persone possano riconoscersi, sentirsi rappresentate, rispettate e valorizzate.
Inclusione è bellezza in tutte le forme
Una delle prime frontiere dell’inclusività è senza dubbio quella legata alle forme e alle taglie. La moda sta imparando – finalmente – che la bellezza non ha una sola misura. Che il corpo perfetto non esiste, o meglio, esistono tanti corpi perfetti quanti sono gli esseri umani. Ecco perché molti stilisti e designer stanno ampliando le loro collezioni con taglie più estese, vestibilità intelligenti e capi pensati per valorizzare ogni fisicità, senza distinzioni o compromessi estetici.
Questo cambio di rotta non è solo etico, ma anche pratico: significa accogliere clienti che per anni sono stati ignorati, offrendo loro una moda che parla la loro lingua.
Diversità di corpi, abilità e bisogni
La moda inclusiva non riguarda solo la taglia, ma anche la funzionalità. Pensiamo alle persone con disabilità: vestirsi può essere un atto complicato se i capi non sono progettati pensando alla facilità di utilizzo, ai dispositivi medici o alla libertà di movimento. La moda adattiva risponde a queste esigenze, combinando estetica e accessibilità, e dimostrando che stile e praticità possono (e devono) coesistere.
Questo approccio è anche un modo concreto per abbattere barriere invisibili e rendere il quotidiano più semplice, senza rinunciare all’espressione personale.
Diversità di etnie, culture, generi e generazioni
Un altro tassello fondamentale è la rappresentazione di culture, identità di genere, età ed etnie diverse. L’inclusività significa rompere con gli stereotipi: non più solo modelli giovani e omologati, ma anche volti maturi, corpi segnati dal tempo, espressioni non binarie, persone provenienti da contesti e origini diverse.
In questo senso, la moda può diventare uno specchio fedele della società, capace di restituire immagini più autentiche e di educare al rispetto e alla curiosità verso l’altro. Ogni volto, ogni corpo e ogni storia hanno un potenziale narrativo potente. E la moda, da sempre strumento di comunicazione, può amplificarlo.
L’inclusione parte anche dal dietro le quinte
Quando si parla di moda inclusiva, non ci si può fermare alla superficie. Un sistema realmente equo deve essere inclusivo anche nella sua struttura interna: dai laboratori agli uffici stile, dalle passerelle alla logistica. Offrire opportunità lavorative a persone con background diversi, con disabilità, o a giovani emarginati è una delle sfide più importanti per costruire un settore più etico e accessibile.
Significa investire in formazione, rimuovere barriere e credere che la creatività non ha limiti, se coltivata in ambienti dove tutti si sentono accolti.
E noi, cosa possiamo fare?
La moda inclusiva non è solo responsabilità di designer e aziende. Anche noi, come consumatori consapevoli, possiamo contribuire in modo concreto a questo cambiamento. Come?
- Scegliendo brand che promuovono inclusione, rappresentazione e rispetto
- Supportando progetti di moda etica e accessibile
- Evitando acquisti impulsivi che alimentano il fast fashion e l’omologazione
- Diffondendo messaggi positivi sui social, valorizzando la diversità reale
Cosa puoi fare insieme ad Atotus?
Come Atotus ci impegniamo ogni giorno per celebrare la diversità ogni giorno. Come lo facciamo? Qui te lo raccontiamo con qualche esempio:
- Promuoviamo brand inclusivi e virtuosi dal punto di vista ambientale e sociale
- Portiamo sempre tutte le taglie, sia le più piccole che le più grandi, per arrivare a tutti
- Colaboriamo con artigiani per dare l’opportunità di creare prodotti su misura
- Realizziamo shooting fotografici inclusivi, senza canoni standard e celebrando la bellezza di tutti
- In Atotus Hub creiamo opportunità per i nostri talenti fuori dal comune che imparano un mestiere e diventano parte attiva della comunità
Perché la diversità è normalità in Atotus, ogni giorno.